lunedì 4 luglio 2022

Scienza: obiettivi

Riprendiamo il nostro percorso alla scoperta della scienza parlando di ciò che l’uomo si prefigge di raggiungere attraverso essa. Parliamo, quindi, degli obiettivi della scienza.

Procedendo per gradi, iniziamo col dire che scopo ultimo della scienza è la comprensione della natura al fine di poter prevedere lo sviluppo di uno o più fenomeni attraverso la “modellizzazione”.

Per modellizzazione si intende la possibilità che ogni teoria scientifica possa sviluppare un modello che permetta la rappresentazione matematica o, più in generale, razionale di un fenomeno osservato o osservabile, al fine di poter fare delle previsioni. Esistono inoltre casi in cui lo sviluppo di un modello in un certo ramo della scienza può facilitare lo sviluppo di altri modelli in altri rami, senza che questi siano necessariamente legati.

L’uomo ha da sempre considerato la scienza come il modo per dare una risposta a qualsiasi domanda o una soluzione a qualsiasi problema, anche se alcuni filosofi hanno evidenziato il fatto che, con il passare del tempo, l’obiettivo si sarebbe spostato entro confini più ridotti, limitandosi a fornire risposte e soluzioni solo a quelle domande e a quei problemi pertinenti alle leggi che regolano le manifestazioni della realtà fisica, divenendo estranea a qualsiasi problematica di tipo metafisico. Per altri, al contrario, è proprio la metafisica a fungere da stimolo al progresso scientifico e a guidare le scelte sui programmi di ricerca, sostenendo che la scienza non è mai neutra, ma sempre intrisa di teorie metafisiche, che dirigono la scelta di quali siano gli interrogativi ai quali essa debba rispondere.

Da questo punto di vista, la scienza non è in grado di dimostrare, né produrre, verità assolute, ma semmai di indicare gli errori e di scartare le falsità, tramite il controllo costante e coerente delle ipotesi sui diversi aspetti del mondo fisico. Questo è il criterio per distinguere lo spirito critico dallo scientismo dogmatico.

Quando una teoria, inoltre, tende a rivedere le proprie asserzioni alla luce di nuovi dati e osservazioni, vuol dire che ha perso potere predittivo ed è divenuta regressiva, perché, invece di anticipare l'esperienza, la segue passivamente. Questa dovrebbe essere la motivazione di base per la quale un programma di ricerca scientifico viene abbandonato, vale a dire non quando è contraddetto da un evento, ma quando viene sostituito da una nuova teoria in grado di spiegarlo meglio.

Ultimamente, il carattere predittivo della scienza è stato contestato da chi, osservando per esempio lo sviluppo della meccanica quantistica agli inizi del XX secolo, ha rilevato che l'osservazione non è indipendente dagli eventi e la scoperta della dualismo onda-particella ha modificato l'idea tradizionale sulla natura della luce e della materia.

Le questioni filosofiche non devono però far perdere di vista lo scopo primario della scienza: aiutare la specie umana a comprendere il mondo in cui vive e l’universo che lo circonda.

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